AMY&BLAKE
Concerto per le ultime parole d'amore
di e con Alice Conti
testo Chiara Zingariello
sguardo ottuso Sabino Civilleri
costumi Eleonora Duse
disegno luce Alice Colla
musica dal vivo Lorenzo Zanghielli
Amy Winehouse è un simbolo, un'icona planetaria dello sfascio, un talento musicale ineguagliato. A dispetto del suo ingombrante scompigliato personaggio è autrice di tutti i testi delle sue canzoni, un racconto ironico e spietato delle sue disavventure molto, troppo umane.
Si dice che tanto più si alzano i suoi capelli, tanto più cresce la sua disperazione. Ma in fondo è anche una ragazza di 27 anni, ironica, intelligente, disperata. Una donna che ha vissuto fino in fondo, senza moderazione e misura ogni sentimento umano, ogni storia incontrata. Un'assenza di misura che porta alla dipendenza e che ne fa simbolo – per contrasto - della mediocrità del presente di noi altri normali. La sua vicenda è un’acceleratore della vita e della morte dove tutto è assoluto, pieno, terribile.
A 24 anni due dischi d'oro e 5 Grammy, milioni di dischi venduti è la persona che più ragazze nel Regno Unito vorrebbero essere. E smette di fare musica, inizia il declino.
Amy scrive e canta dell'amore, di ciò che le accade ogni giorno, nel modo più onesto, franco. Le persone sentono la vulnerabilità nella sua voce, si identificano con il sentimento universale che la colma e la distrugge, che le soffia dentro rendendola viva, un po' più viva di tutti gli altri. Come una moderna eroina che allo stesso tempo li solleva dalla responsabilità tragica di morire, o di vivere, essi stessi.
Il testo originale nasce da una ricerca documentaria lunga e diffusa sulla vita dell'artista, della donna, con un risultato del tutto anti-celebrativo, tragicomico, cinico. La pièce alterna momenti di parola detta, cantata e di azioni fisiche. La ricerca che la costruisce passa attraverso l'utilizzo del corpo intero, del suo movimento danzato, codificato, riprodotto e concreto, della citazione dal mondo, del racconto; una sovrapposizione di strati successivi e contraddittori, di immagini, di gesti, di canti, di parole. E' un processo che tenta di tenere tutti canali aperti insieme, come più semplicemente accade nella vita: stare ferma continuando a danzare, continuare a narrare stando in silenzio.
L'esperimento è stato portato in alcuni luoghi non-teatrali che un personaggio come Amy avrebbe potuto abitare, nel quale sarebbe facilmente potuta rimanere incastrata la sua anima inquieta: un cesso, un salotto abbandonato, il bancone di un bar. In questi luoghi la sua canzone continua a suonare anche se lei non c'è più.
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