LEIBNIZ

ideazione Eleonora Paris e Irene Serini
regia Irene Serini
drammaturgia Eleonora Paris
con Alessandro Balestrieri, Eleonora Paris, Irene Serini
direzione tecnica Alessandro Balestrieri
video e suono Andrea Centonza
assistenza alla regia Francesca Repetti
sguardo esterno Virginia Landi
consulenza filosofica Raffaella Colombo
produzione Teatro della Caduta e Z.I.A. - Zona Indipendente Artistica
con il sostegno di IfPrana e Qui e Ora residenze teatrali
dossier
tecnica
stampa
LEIBNIZ. Uno spettacolo barocco nasce dal tentativo di fare luce su quella parte oscura e misteriosa che abita in noi anche se l'abbiamo tagliata fuori “prima ancora di averla capita” (C.G. Jung). Riappropriarsi della parte irrazionale di sé significa non esserne succubi e non subirne le conseguenze indirette, perché è su questa mancanza che fanno leva il capitalismo e i populismi vari.
Gottfried Wilhelm Leibniz, è stato un filosofo e un matematico razionalista e uno dei massimi esponenti del pensiero barocco. Ma Leibniz è anche uno di noi. Un uomo del suo tempo che credeva fermamente nella ragione tanto da scrivere un trattato di logica in cui illustrava la teoria di un linguaggio artificiale basato su assiomi (come i moderni algoritmi), che avrebbero risolto ogni conflitto grazie al calcolo scientifico (una sorta di intelligenza artificiale ante litteram). In lui abbiamo rivisto la nostra fede nei confronti del progresso e della ragione. E in lui abbiamo visto anche il nostro fallimento.
Leibniz, è uno spettacolo barocco perché il barocco era un tempo di crisi e di passaggio. Un tempo che non procedeva lineare e dritto, come i nostri grattacieli, ma che si piegava e dispiegava come un mostro marino, evidenziando i lati luminosi come quelli oscuri di una stessa materia. Leibniz è uno spettacolo barocco perché è scomposto e ci invita a scomporci e ricomporci e, infine, a scoprire – se non il migliore dei mondi possibili – almeno che di mondi possibili ce ne sono a migliaia e che aspettano solo di essere svelati.
NOTE DI DRAMMATURGIA
LEIBNIZ. Uno spettacolo barocco inizia con un omicidio: l'omicidio di Ippaso da Metaponto, filosofo e matematico vicino alla setta dei Pitagorici. Fu colpevole di aver diffuso la scoperta dei numeri irrazionali, di numeri cioè che non si possono quantificare perché non finiscono mai. È forte notare come nella culla della civiltà occidentale, la Grecia al momento del suo massimo splendore, sia stato compiuto un tale assassino. Mi sembrava un inizio emblematico per sondare il nostro complicato rapporto con la ragione e con l'irrazionalità. Per tutta la prima parte il testo procede per brevi quadri che si susseguono per associazioni logiche e analogiche, attraversando il tempo e giungendo fino ai giorni nostri. Leibniz entra in scena nella seconda parte, insieme alla principessa Sofia del Palatino, personaggi storici entrambi ma qui visti da un punto di vista umano. Così, da un interno barocco si arriva direttamente a un appartamento di oggi dove agiscono le pressioni di un'epoca, la nostra, che ha molti più rimandi al '600 di quanto ci si aspetti. Nella terza e ultima parte i/le performer cercano nuove narrazioni possibili potenzialmente infinite, come infiniti sono i numeri irrazionali e i mondi che potremmo costruire se smettessimo tutti insieme di credere che il fondale su cui agiamo sia irremovibile.
Foto di @Marcella_Foccardi
LE PROSSIME DATE:
📅17, 16 e 17 Aprile 2025
📍Teatro della Cooperativa, Milano, Lombardia